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HabiSmart, si chiude il primo ciclo per l’acceleratore nazionale del proptech

Quattro mesi di formazione, 115.000 euro di investimento iniziale per ogni startup, un percorso intenso di affiancamento da parte dei manager di alcune delle aziende più importanti del settore: sta per concludersi il primo ciclo di HabiSmart, il programma di accelerazione della Rete Nazionale della Cassa Depositi e Prestiti dedicato al proptech e all’edilizia sostenibile. Novantaquattro le candidature pervenute, il 38% provenienti dall’estero, nove le realtà selezionate: questi i numeri del percorso gestito operativamente da Digital Magics e Mass Challenge, e di cui ARECneprix, unitamente ad abilio, entrambe società  del Gruppo illimity,  sono tra i corporate partner principali. Il punto di partenza giusto per proiettarsi nel futuro in un settore che deve confrontarsi con la crisi climatica, quella energetica e la transizione digitale; e che, tuttavia, proprio per questo gode di ampi margini di sviluppo.  

 

Un ecosistema da 273 aziende 

“Anche l’ultima edizione del Proptech Monitor, rapporto annuale del Politecnico di Milano di cui siamo partner principale, ha confermato il potenziale di mercato della tecnologia applicata all’immobiliare” spiega Daniele Levi Formiggini, Head of Real Estate Services di ARECneprix. “La rivoluzione digitale sta trasformando il real estate e questo fenomeno è parte anche del nostro DNA, per l’approccio guidato dai dati che la nostra azienda ha sempre perseguito”.  

Nel rapporto dell’ateneo meneghino, a fine 2022 sono state mappate 273 startup proptech sul territorio nazionale, una su due (il 48%) fondata negli ultimi cinque anni. Sei su dieci (63%) hanno sede al nord, specialmente a Milano, l’80% ha meno di venti dipendenti: “Sono numeri in crescita costante da quattro anni – annota Formiggini - ma il potenziale di sviluppo è ancora enorme se consideriamo che in Europa le proptech sono già oltre quattromila, ben mille nel solo Regno Unito”. Secondo il manager, la chiave di volta risiede nella creazione di un ecosistema pervasivo. “Bisogna aiutare le startup a fare sistema, promuovendo l’interazione tra di loro e con il mondo della ricerca accademica, oltre che con i venture capital e le realtà più consolidate del settore. Peraltro, posso affermare per esperienza che la sinergia tra realtà apparentemente così distanti può innescare dinamiche virtuose di innovazione e trasferimento di conoscenze di cui beneficiano tutti gli stakeholder”.  

Proprio questo l’obiettivo di HabiSmart, che ha piani fino al 2025. “Al termine dei tre cicli previsti avremo realizzato una mappatura delle migliori realtà italiane di settore, ma anche creato le condizioni per, da un lato, riportare nel Paese le startup che sono andate all’estero alla ricerca di mercati più maturi e, dall'altro, per essere più attraenti per quelle internazionali” afferma Riccardo Ruscalla, Partner di Digital Magics e Direttore del programma. 

Non c’è una declinazione preponderante nel proptech tricolore: il censimento del Politecnico mostra una distribuzione abbastanza omogenea delle imprese tra servizi professionali (28%), real estate fintech (26%), smart real estate-gestione asset (18%) e sharing economy (18%). La novità è il contech, ovvero come modernizzare il settore delle costruzioni e della cantieristica: vi si dedica il 10% delle startup. 

 

Il percorso per le aziende  

Le nove imprese selezionate nel 2022 hanno affrontato un percorso di quattro mesi, che ha impegnato i fondatori in media un giorno alla settimana con lezioni in presenza. “Il metodo che proponiamo è ampiamento sperimentato” dice Ruscalla, “e ha mostrato ottimi risultati”. Lezioni frontali ad ampio spettro, dove vengono affrontate tematiche finanziarie, fiscali, legali e di governance, si alterneranno a incontri individuali con i mentor per mettere a fuoco il modello di business, perfezionare la proposta di mercato e costruire progetti pilota con i corporate partner. Con il valore aggiunto di entrare in una rete di relazioni di valore. 

Tanti i retroterra, le esperienze, le anime che si sono incrociate in uno dei contesti urbani più moderni del Paese, quello milanese di Porta Nuova.  

“Il punto di forza di tutti è la passione per l’innovazione, la creatività e la capacità di adattarsi al cambiamento” sottolinea Formiggini. “Per il resto, i vissuti sono variegati: nei giovani prevalgono la curiosità e la voglia di fare, in chi ha più esperienza ci sono conoscenza del mercato di riferimento, competenze consolidate e molta, moltissima perseveranza. Ciò che resta da fare, e il mio augurio per il futuro, è quello di colmare il divario tecnologico con la concorrenza estera” conclude il dirigente. “Rispetto alle startup proptech internazionali, da noi è ancora preponderante l’elemento di business e commerciale rispetto a quello tecnologico e di ricerca”. Ma l’innovazione non può prescindere da una forte componente scientifica.  

 

HabiSmart, come partecipare al ciclo 2023 

Il nuovo ciclo di HabiSmart si aprirà fra pochi mesi. Nel corso del processo di selezione verranno valutate innovazione e originalità di idea e approccio, competenze del team (che dovranno essere eterogenee e complementari), potenzialità e dimensioni del mercato di riferimento, la capacità di presentare il prodotto o servizio. A fronte dell’investimento iniziale, l’acceleratore acquisirà una partecipazione fino ad un massimo del 10% nel capitale sociale della startup, con la presenza di un osservatore nel consiglio di amministrazione. Dopo i 115mila euro iniziali, esiste la possibilità di aggiungere ulteriori trecentomila euro al primo investimento. Ampia la platea a cui la call si rivolge: possono iscriversi le startup nazionali, quelle internazionali con fondatori italiani che vogliono incorporarsi nel Paese e quelle estere intenzionate a entrare nel mercato italian

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