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Crediti Stage 2: caratteristiche, opportunità e rischi

Nella gestione del rischio di credito, la classificazione dei finanziamenti secondo lo standard contabile IFRS 9 è centrale per banche e investitori. In questo ambito, i crediti Stage 2 indicano esposizioni che hanno registrato un significativo incremento del rischio di credito rispetto al momento della concessione, ma che non sono ancora considerate deteriorate.

Tale categoria intermedia si distingue per il fatto che, pur evidenziando un aumento della probabilità di insolvenza, i debitori continuano a onorare i propri impegni. Tuttavia, la maggiore incertezza associata a questi crediti impone alle istituzioni finanziarie l’adozione di accantonamenti più elevati, incidendo sulla loro posizione patrimoniale e sulla redditività complessiva. 

 

Le caratteristiche distintive dei crediti Stage 2

I crediti Stage 2 si collocano dunque tra le esposizioni finanziarie che, pur essendo ancora in bonis, hanno subito un peggioramento del merito creditizio. Il deterioramento può derivare da fattori macroeconomici, difficoltà settoriali o specifiche problematiche del debitore, come il rallentamento della generazione di cassa o l’aumento dell’indebitamento.

Un aspetto rilevante è che la banca deve calcolare le perdite attese lungo l’intera durata del finanziamento, anziché limitarsi a un orizzonte di 12 mesi come avviene per i crediti Stage 1. Questa previsione contabile riflette l’aumento del rischio associato e garantisce una maggiore prudenza nella gestione delle esposizioni.

Un ulteriore elemento distintivo riguarda la sorveglianza costante di questi crediti, poiché l’evoluzione delle condizioni del debitore potrebbe determinare un ritorno alla classificazione Stage 1 in caso di miglioramento o, al contrario, un passaggio allo Stage 3 qualora emergessero segnali di insolvenza. 

 

Crediti stage 2: i criteri di classificazione

La transizione dallo Stage 1 allo Stage 2 avviene in presenza di un incremento significativo del rischio di credito, in base a diversi indicatori. Tra i principali, il deterioramento del rating del debitore, il superamento di determinati livelli di ritardo nei pagamenti (solitamente oltre i 30 giorni) e l’analisi delle prospettive economiche del settore di appartenenza del prenditore.

Le banche applicano modelli avanzati per valutare l’andamento del rischio di credito, utilizzando dati quantitativi e qualitativi per intercettare tempestivamente eventuali segnali di deterioramento. Questo approccio consente di adottare misure correttive prima che il finanziamento raggiunga lo stato di insolvenza, riducendo così le potenziali perdite.

È importante sottolineare che la classificazione in Stage 2 non implica necessariamente una futura transizione allo Stage 3. Un’attenta gestione del credito e l’implementazione di strategie di ristrutturazione possono infatti favorire un ritorno allo Stage 1. 

 

Differenze tra Stage 1, Stage 2 e Stage 3

Ecco le caratteristiche specifiche delle categorie di crediti secondo lo schema IFRS 9. 

  • Crediti Stage 1: comprendono tutte le esposizioni finanziarie che non presentano un aumento significativo del rischio di credito rispetto alla data di concessione. Per queste posizioni, le perdite attese vengono calcolate su un periodo di 12 mesi, in quanto il rischio di default è considerato contenuto. 

  • Crediti Stage 2: registrano un peggioramento del merito creditizio, pur non essendo ancora in una condizione di insolvenza conclamata. La principale differenza rispetto allo Stage 1 risiede nel fatto che la valutazione delle perdite attese viene estesa all’intera durata residua del finanziamento. 

  • Crediti Stage 3: rappresentano le esposizioni deteriorate, ovvero quelle per le quali il debitore non è più in grado di adempiere agli obblighi contrattuali. In questo caso, la banca deve riconoscere perdite effettive e adottare strategie di recupero, che possono includere la cessione del credito o la ristrutturazione dell’esposizione. 

L’impatto sui bilanci delle banche

L’incremento dei crediti classificati in Stage 2 ha conseguenze rilevanti sui bilanci bancari, poiché implica un aumento degli accantonamenti per le perdite attese. Tale meccanismo di copertura riduce il capitale disponibile, incidendo sulla capacità di erogare nuovi finanziamenti e sulla redditività complessiva degli istituti di credito. 

Le banche devono quindi adottare strategie efficaci per limitare il passaggio dei crediti in Stage 2, attraverso un monitoraggio costante del portafoglio e interventi tempestivi sulle posizioni a rischio. Inoltre, la gestione attiva di queste esposizioni, anche mediante operazioni di derisking, consente di mitigare gli effetti negativi sul patrimonio. 

Il ruolo di ARECneprix nella gestione dei crediti Stage 2 (H2) 

La complessità della gestione dei crediti Stage 2 rende fondamentale il supporto di operatori specializzati in asset management e recupero crediti. Società come ARECneprix offrono soluzioni avanzate per la valorizzazione e la gestione di queste esposizioni, contribuendo a ottimizzare i bilanci bancari e a ridurre i rischi connessi. 

Grazie a competenze consolidate nella strutturazione di operazioni finanziarie e nella gestione di portafogli di crediti e immobili, ARECneprix rappresenta un partner strategico per le istituzioni finanziarie che necessitano di soluzioni su misura. Per approfondire le opportunità offerte da ARECneprix, è possibile consultare il sito e scoprire di più a riguardo. 

I crediti Stage 2 rappresentano dunque una categoria cruciale nella gestione del rischio di credito, in quanto segnalano un deterioramento della qualità del portafoglio senza essere ancora in uno stato di insolvenza. La loro corretta classificazione e gestione consentono alle banche di adottare strategie di mitigazione efficaci, evitando l’ulteriore deterioramento delle esposizioni. 

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